Immerso nel paesaggio montano dei Monti Ernici, ai piedi del monte Salviano, il borgo medievale di Collepardo, a soli 90 chilometri da Roma, è la meta perfetta per una gita fuori porta tra itinerari gastronomici, escursioni in natura e interessanti percorsi artistici, storici e religiosi.

Particolarmente interessante è l’antica e affascinante tradizione erboristica a cui Collepardo deve l’etichetta di “Paese delle erbe”. La leggenda narra che il Centauro Chirone, maestro di Esculapio, dio della medicina, coltivasse qui il suo orto e proprio grazie alle erbe spontanee di Collepardo riuscì a curare una grave ferita.

L'”Orto del Centauro” è oggi il nome dell’ecomuseo di Collepardo, una particolare e innovativa forma museale che include tutto il territorio comunale e che vi spiegheremo meglio più avanti.

Le origini del nome

Il profondo legame tra Collepardo e il suo patrimonio naturale è evidente sin dalle storie e dalle leggende sulle origini del nome di questo borgo. L’ipotesi più diffusa è legata alla presenza nel territorio della lince, tanto che lo stemma comunale raffigura un felino che si disseta con l’acqua di un torrente.

Lo studioso locale, Giuseppe Capone, ha formulato un’ulteriore teoria sempre legata alla rigogliosa natura del luogo, ipotizzando che il nome Collepardo derivi da “pardes” (giardino), dunque “colle giardino”.

Il Pozzo d’Antullo e le Grotte di Collepardo

Il territorio carsico di Collepardo è interessato da particolari fenomeni geologici che hanno lasciato tracce di grande interesse naturalistico.

Il Pozzo d’Antullo è una cavità carsica larga 60 metri e profonda oltre 360, caratterizzata da pareti rocciose che si tuffano nel vuoto, creando un paesaggio mozzafiato e affascinante. Conosciuto anche come “Buco d’Antullo”, questo luogo è stato esplorato dagli speleologi per anni, rivelando la sua bellezza nascosta.

Le imponenti Grotte di Collepardo, dette anche “dei Bambocci”, per via delle suggestive forme cui hanno dato vita stalagmiti e stalattiti, con i loro 600 metri di estensione, sono annoverate tra le più spettacolari cavità carsiche d’Italia. Un viaggio emozionante nel cuore della terra. Guidati da esperti speleologi, i visitatori possono esplorare le meraviglie sotterranee di questo luogo incantato, ammirando formazioni rocciose uniche e affascinanti.

Purtroppo, al momento, le grotte sono chiuse per rischio caduta massi, consigliamo quindi di informarsi sui siti ufficiali sui tempi di riapertura e sulle modalità di visita (info: www.collepardo.it e www.grottepastenacollepardo.it/grotta-di-collepardo/).

Le Grotte di Collepardo sono state, da tempo immemorabile, denominate “Grotte dei bambocci“
Grotta di Collepardo (Foto: ciociariaturismo.it)

La Certosa di Trisulti e l’antica farmacia

La Certosa di Trisulti deriva il suo nome dal latino “tres saltibus” (tre salti), con cui veniva chiamato il castello della famiglia Colonna che dominava i tre valichi verso l’Abruzzo, Roma e l’area meridionale dello Stato della Chiesa.

Si tratta di uno dei Monasteri più belli dell’Italia centrale, monumento nazionale dal 1873 e gestita oggi dal Polo Museale del Lazio.

Tra gli edifici della Certosa spicca l’antica farmacia settecentesca all’interno della quale sono stati prodotti medicamenti e liquori fino ad epoca recente. Ad accogliere i visitatori c’è un bellissimo giardino all’italiana con siepi modellate con forme animali e dove vengono coltivate le erbe medicinali usate dai monaci.

L’interno della farmacia è diviso in tre ambienti che conservano gli arredi ottocenteschi, i grandi vasi da farmacia e gli armadi contenenti le scatole per le erbe.

Nella grande corte della certosa affaccia la chiesa di San Bartolomeo dove si possono ammirare i cori lignei realizzati da maestri certosini e dipinti e affreschi raffiguranti glorie dei santi. La volta, affrescata dal napoletano Giuseppe Caci (1683), raffigura scene dei martiri testamentari e certosini.

Accanto alla chiesa, sorge il monastero con un lungo corridoio che conduce al chiostro rettangolare circondato da arcate e su cui affacciano le stanze dei monaci, disposte su più piani. Al centro del corridoio, una porta conduce al refettorio mentre un altro passaggio conduce al chiostro, con il cimitero dei monaci, e alla sala capitolare.

La chiesa di Santa Maria Assunta

Molto suggestiva anche la Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XII secolo, che rappresenta un importante esempio di architettura romanica. All’interno, i visitatori possono ammirare preziose opere d’arte, tra cui dipinti e sculture sacre, e lasciarsi incantare da un’atmosfera carica di devozione e spiritualità.

Si tratta di una chiesa situata nel centro storico del paese, un importante luogo di culto per la comunità locale e un punto di interesse storico e architettonico per i visitatori.

Perché Collepardo è chiamata il “Paese delle erbe”

Come abbiamo accennato Collepardo è noto come il “Paese delle erbe”. Cerchiamo di capire più approfonditamente i motivi di questo appellativo. Ebbene, qui sono state catalogate ben 1200 piante officinali spontanee che per secoli sono state utilizzate dai monaci della vicina Abbazia di Trisulti per trarre utili medicamenti. Su questa ricchezza, nel tempo, si sono intrecciate tradizione popolare e religiosa come, ad esempio, la “ricetta” della “Guazza di San Giovanni”: acqua con fiori raccolti al momento che viene utilizzata nella tradizionale cerimonia del “Battesimo del Compare”

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Si tratta di una cerimonia che si svolge il 23 giugno, la Notte di San Giovanni. I partecipanti, scelgono un uomo o una donna come “Compare di San Giovanni”, procedendo al battesimo con un mazzo di fiori immerso nella “Guazza di San Giovanni”. Ancora oggi, questo antico rito conserva una sua propria ritualità, avente lo scopo di difendere gli uomini da ogni influsso maligno.

Un’occasione per rivivere atmosfere antiche attraverso racconti, leggende, musiche e balli popolari, attorno a un grande falò.

L’ecomuseo di Collepardo

Collepardo ha dedicato alla tradizione delle erbe officinali un Ecomuseo (info: www.ecomuseortodelcentauro.it). Più che un luogo fisico, l'”Orto del Centauro Chirone”, questo il nome dell’Ecomuseo, è un progetto partecipato che coinvolge l’intera comunità sul riconoscimento e la gestione del patrimonio naturale e culturale di Collepardo.

Dal 2012, la popolazione residente e gli altri soggetti aderenti al progetto sono impegnati a orientare lo sviluppo del territorio in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Il Comune di Collepardo è l’ente titolare dell’Ecomuseo, ma l’attività dell’ecomuseo è gestita dall’assemblea costituita da tutti i soggetti aderenti in sinergia con una Commissione tecnico-scientifica.

Oggi l’Ecomuseo è riconosciuto dalla Regione Lazio ed inserito nell’Organizzazione Museale Regionale (OMR), operando in rete con gli altri ecomusei.

Nel centro storico di Collepardo, presso il Palazzo comunale “la Rocca”, si trova il “Museo naturalistico e della tradizione erboristica” che costituisce il centro di raccolta ed elaborazione dati, divulgazione, informazione, incontro, documentazione e catalogazione del patrimonio dell’Ecomuseo.

Sulla facciata del Palazzo comunale è presente una scultura intitolata “Il Chirone ferito”, realizzata da Patrick Alò con oggetti di metallo riciclati.

Il percorso naturalistico del Monte Salviano

Se amate le passeggiate nella natura, non dovete perdere l’occasione di percorrere il Sentiero naturalistico del Monte Salviano, un’esperienza indimenticabile immersi nella bellezza dei Monti Ernici . Il percorso dista circa 3 chilometri da Collepardo. Questo sentiero offre ai visitatori la possibilità di immergersi nella natura circostante e di godere di viste panoramiche mozzafiato sulla valle sottostante. È un’esperienza ideale per gli amanti dell’escursionismo e della natura che desiderano esplorare la bellezza dei Monti Simbruini e dei dintorni di Collepardo. Ti consigliamo però di verificare le condizioni del sentiero e di pianificare adeguatamente la tua visita per assicurarti di goderti al meglio questa esperienza.

Monte Salviano: polmone verde della e zona di pace e tranquillità
Sentiero del Monte Salviano (Foto: virtuquotidiane.it)

Specialità gastronomiche e feste popolari

Se volete deliziare il palato con le prelibatezze della cucina locale, tra i piatti tipici più rinomati di Collepardo troviamo la pasta alla ciociara, condita con sugo di pomodoro e salsiccia, e la porchetta arrosto. Per concludere in dolcezza, non può mancare una fetta di crostata di ricotta e marmellata, preparata secondo antiche ricette tramandate di generazione in generazione.

Durante l’anno, Collepardo ospita diverse feste e sagre che celebrano le tradizioni e la cultura del territorio. Tra le più famose vi è la Sagra della Castagna, che si tiene ogni autunno e offre l’opportunità di assaporare le delizie a base di castagne, accompagnate da musica e spettacoli folcloristici che coinvolgono l’intera comunità.

Come raggiungere Collepardo da Roma

Per raggiungere Collepardo da Roma è possibile percorrere l’autostrada A1 in direzione Napoli e uscire al casello di Anagni-Fiuggi. Da lì, si prosegue lungo la SS155 in direzione Frosinone e successivamente si seguono le indicazioni per Collepardo. Per il parcheggio, è consigliabile utilizzare uno dei numerosi parcheggi gratuiti situati nelle vicinanze del centro storico, garantendo così una comoda e piacevole visita a questa affascinante località.

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