Orvieto, con il suo fascino senza tempo e la posizione mozzafiato sulla cima di una rupe di tufo, è una meta ideale per una gita fuori porta. A soli due ore da Roma, questa cittadina umbra racchiude in sé una storia millenaria, un patrimonio artistico straordinario e un’atmosfera tranquilla che invita alla scoperta.
Tra le sue vie medievali, le maestose cattedrali e le suggestive cantine, Orvieto offre un’esperienza che unisce cultura, natura e gastronomia, perfetta per chi cerca una pausa dallo stress quotidiano. Conosciuta anche come la “città alta e strana”, Orvieto deve questo soprannome alla sua singolare posizione sopra una rupe di tufo e al suo aspetto misterioso, con numerosi angoli nascosti e una storia che si intreccia con leggende e curiosità.
Questo gioiello d’arte è rinomato in tutto il mondo, in particolare per il suo splendido Duomo, un capolavoro del gotico europeo, e per il Pozzo di San Patrizio, una straordinaria opera di ingegneria idraulica. Vale la pena dedicarle anche un intero weekend. In questo articolo, vi accompagneremo in un itinerario alla scoperta dei tesori di Orvieto, per un’avventura che non dimenticherete.
Cosa vedere a Orvieto
A Orvieto, ogni angolo racconta una storia affascinante e ogni monumento merita di essere scoperto con attenzione. Oltre alla sua iconica cattedrale e alle meraviglie sotterranee, la città offre numerosi luoghi di interesse che ne definiscono il carattere unico. La Torre del Moro, con la sua vista panoramica, invita a salire per ammirare il paesaggio circostante, mentre il Pozzo di San Patrizio rappresenta un’incredibile opera ingegneristica. Le affascinanti vie medievali portano anche a Orvieto Sotterranea, un intricato labirinto di grotte e tunnel. Ma sono il Duomo di Orvieto, con la sua straordinaria facciata, e la Cappella di San Brizio, famosa per i suoi affreschi, a dominare il panorama artistico e culturale della città. Non ci rimane che scoprire più da vicino ognuna di queste attrazioni.
Il Duomo di Orvieto
Capolavoro dell’arte gotica italiana, il Duomo di Orvieto si distingue per la sua straordinaria armonia, nonostante sia il risultato di un lavoro collettivo di venti artisti nell’arco di oltre tre secoli. La sua costruzione iniziò nel 1290 con l’obiettivo di creare un luogo dove custodire e venerare il Corporale del Miracolo di Bolsena. I lavori proseguirono fino alla seconda metà del Cinquecento. Tra i principali protagonisti della sua realizzazione spiccano Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e l’Orcagna. La facciata è impreziosita da bassorilievi che raccontano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, insieme alla rappresentazione del Giudizio Universale. Al centro della facciata si trova l’imponente rosone, circondato da splendidi mosaici, che, sebbene siano esteticamente affascinanti, sono in gran parte ricostruzioni moderne.
All’interno del Duomo sono custodite due cappelle di grande importanza artistica e religiosa: la Cappella del Corporale e quella di San Brizio. La prima ospita il corporale legato al Miracolo di Bolsena, avvenuto nel 1263, quando un’ostia consacrata sprigionò sangue durante la celebrazione della messa. Questo evento straordinario spinse la Chiesa cattolica a edificare il Duomo per accogliere la preziosa reliquia, che ogni anno viene celebrata l’11 agosto durante la festività del Corpus Domini. Oggi, il corporale e l’ostia sono conservati in uno straordinario reliquiario realizzato in oro, argento e smalti, un’opera di eccellenza dell’oreficeria medievale.
La Cappella di San Brizio
Come abbiamo detto la Cappella di San Brizio è uno dei principali luoghi di interesse di Orvieto. La cappella si trova all’interno del Duomo di Orvieto ed è un’opera d’arte straordinaria. I primi a lavorarci furono il Beato Angelico e Benozzo Gozzoli, che decorarono parte del soffitto. Tuttavia, fu Luca Signorelli a portare a termine il ciclo pittorico. Il tema principale della cappella è il Giudizio Universale, un’impressionante narrazione visiva della fine del mondo. Le pareti e le volte sono animate da angeli, demoni spaventosi, peccatori in attesa del loro destino e anime salvate che ascendono al cielo. Tra le scene più celebri spiccano la Predica dell’Anticristo, la Resurrezione della carne, la vittoria di San Michele sul Demonio, l’ascesa al Paradiso e la disperazione dei dannati all’Inferno. Un dettaglio affascinante si trova in basso a sinistra, dove Luca Signorelli ha immortalato se stesso, con un’espressione serena, intento a contemplare gli eventi apocalittici che ha dipinto.
Il pozzo di San Patrizio
Il pozzo di San Patrizio è una splendida opera di architettura medievale, è molto profondo e fu costruito da Antonio da Sangallo il giovane allo scopo di fornire acqua alla città in caso di assedio. In passato si chiamava Pozzo della Rocca, ma fu in seguito dedicato a San Patrizio dai frati del convento dei servi che conoscevano la leggenda del santo Irlandese che narrava che il santo fosse custode di una grotta senza fondo dalla quale, dopo aver attraversato le pene dell’inferno, le anime dei defunti potevano accedere al Purgatorio. La caratteristica del pozzo di San Patrizio è che fu realizzato a “doppia vite”, formato da due spirali che si incrociano ma non si toccano mai così che chi sale non incontra chi scende.
Orvieto sotterranea
Per oltre 2.500 anni, gli abitanti di Orvieto hanno modellato la rupe di tufo su cui sorge la città, creando nel sottosuolo un intricato mondo nascosto.
Solo di recente, grazie al lavoro di un gruppo di speleologi, è venuto alla luce un vasto e affascinante labirinto sotterraneo: oltre 1.200 grotte, cunicoli, pozzi e cisterne interconnessi. Questa straordinaria scoperta, avvenuta in seguito a una frana, ha confermato le antiche leggende che parlavano di una città nascosta sotto la superficie, di cui fino a quel momento non esistevano prove certe. Oggi, grazie al progetto Orvieto Underground, è possibile esplorare questo mondo sotterraneo in un percorso guidato che conduce i visitatori alla scoperta di uno dei tesori più affascinanti della città. Visitare la città sotterranea è un’opportunità per immergersi nella storia millenaria e nei segreti di Orvieto, tra il fascino della sua architettura sotterranea e il mistero di un passato rimasto celato per secoli.
Torre del Moro
La torre si trova precisamente al centro della città ed è il punto ideale per vedere Orvieto dall’alto. La torre è composta da quasi trecento scalini ma niente paura, è presente un ascensore per facilitare la visita anche a chi non può o non vuole fare le scale. In principio si chiamava “Torre del Papa”. L’appellativo “Torre del Moro” si riferisce a Raffaele di Sante detto appunto “Moro” che aveva dato il suo nome alla contrada e al palazzo adiacente alla torre, ma fa riferimento anche a una tradizione legata alla Giostra del Saracino, una storica manifestazione che si svolge ogni anno nella città. Durante questa festa, che celebra il passato medievale di Orvieto, viene appeso alla torre un manichino raffigurante un “Moro”. Questo atto simbolico rispecchia le origini della giostra, che richiama le antiche sfide cavalleresche contro l’invasore saraceno. Il Moro, appeso alla cima della torre, rappresenta una figura di sfida e di vittoria, ed è diventato nel tempo il simbolo distintivo della manifestazione. Da qui, la Torre del Moro ha acquisito il nome che oggi la rende riconoscibile in tutta la città.
La Fortezza di Albornoz a Orvieto
Chiunque abbia osservato Orvieto, anche solo di sfuggita dall’Autostrada A1, può notare come la rupe su cui sorge la città rappresenti di per sé una difesa naturale. La Fortezza di Albornoz, iniziata nel 1359, nacque per rafforzare ulteriormente questa posizione strategica. Nonostante le difficoltà che gli invasori avrebbero incontrato nel risalire le poche strade di accesso, la fortezza divenne oggetto di contesa tra le potenti famiglie locali per secoli. Nel corso del tempo, la struttura subì distruzioni e modifiche, fino a essere ricostruita definitivamente nel 1450, quando Orvieto passò sotto il controllo del papato. Tuttavia, la fortezza perse progressivamente importanza nei secoli successivi, e oggi rimangono solo alcuni elementi della costruzione originaria. Attualmente, l’area ospita i giardini pubblici, un luogo perfetto per una sosta rilassante che offre una splendida vista sulla valle circostante.
Cosa mangiare a Orvieto
La prima cosa da provare a Orvieto sono gli umbrichelli, una pasta tipica realizzata con un impasto di acqua, farina, uovo e vino, caratterizzata da uno spessore consistente. Gli orvietani li condiscono in vari modi: “all’arrabbiata”, con tartufo, funghi o seguendo l’ispirazione dei cuochi locali. Se invece preferite i secondi, vi consigliamo di provare i salumi, fiore all’occhiello dell’Umbria, insieme alla pregiata carne di chianina e di cinghiale. Tra i prodotti da forno, meritano attenzione la lumachella, preparata con formaggio, lardo, prosciutto e pepe, e la celebre Torta di Pasqua, arricchita con uova e pecorino. Una curiosità locale è la Pera di Monteleone, soprannominata “bistecca del contadino” per la sua particolare consistenza.
A Orvieto potete, inoltre, provare una selezione di vini Orvieto DOC: tra i bianchi si distinguono i vitigni Grechetto, mentre, per i rossi, l’aleatico e il cabernet. Tra i dolci tipici, da non perdere i tozzetti alle mandorle e le ciambelle al vino, perfetti per concludere un pasto con un tocco di dolcezza.
Come arrivare e dove parcheggiare
Raggiungere Orvieto in auto da Roma è molto semplice, vi basterà prendere l’Autostrada del Sole ed uscire direttamente al casello autostradale di Orvieto che dista circa un’ora dal casello Roma Nord.
Orvieto offre diverse aree di parcheggio, molte delle quali a pagamento (tariffa: €1,50/ora fino alle 22.00).
Parcheggio Campo della Fiera
Il principale parcheggio coperto, con molti posti disponibili, è il Campo della Fiera (ex Foro Boario, mappa: qui ), vicino al vecchio acquedotto medievale. È accessibile dalla SS Umbro-Casentinese o dalla Strada delle Conce. Dal parcheggio, si può raggiungere il centro storico tramite l’Ascensore di Ripa Medici (attivo 5:00-2:00) o le scale mobili (attive 7:00-21:00), entrambe collegate alla centrale Piazza della Repubblica.
Parcheggio Via Roma
Un altro grande parcheggio coperto si trova in Via Roma, sempre al costo di €1,50/ora. Uscendo a piedi, si arriva velocemente a Corso Cavour, la via principale.
Altri parcheggi
- Piazza Marconi: dietro Piazza Duomo, raggiungibile da Via Postierla.
- Piazza XXIX Marzo e Piazza del Popolo: ampie e centrali.
- Via Pecorelli: piccolo ma comodo, situato poco prima di Piazza del Popolo.